As Roma [Topic Ufficiale]

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    RANIERI COME CAPELLO, LA ROMA MARCIA AL RITMO DEL 2001

    Nove mesi per entrare nella storia. Il 1 settembre, la Roma ufficializzava l’ingaggio di Claudio Ranieri, dopo le dimissioni di Luciano Spalletti da tecnico giallorosso. In quel momento, la squadra era impantanata all’ultimo posto del campionato con zero punti dopo centottanta minuti. Un disastro. Trentacinque giornate dopo, la Roma lotta per un titolo che solo l’Inter potrebbe perdere. Ma che si deciderà soltanto all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Una marcia inarrestabile. Con settantasette punti in trentacinque gare.

    Sono bastati meno di nove mesi a Claudio Ranieri per fare meglio di Luciano Spalletti. Un ritmo impressionante, quello della squadra dall’arrivo del tecnico romano (e romanista) sulla panchina dell’Olimpico. Un ritmo che ha prodotto un risultato unico nella storia della Roma, nei campionati a venti squadre. Dal 2004-2005 ad oggi, il risultato migliore la Roma lo aveva realizzato con Spalletti nel 2007-2008: ottantuno punti in trentasette giornate (quelle disputate sino ad oggi). Ottantadue a fine campionato. Ranieri, sulla panchina della Roma, ne ha disputate però trentacinque. Due stagioni fa, alla trentacinquesima, il gruppo giallorosso era fermo a quota settantacinque. Due punti di scarto con la Roma attuale. Che, dal giorno di Siena-Roma (esordio di Ranieri), marcia in campionato alla velocità di 2,20 punti a gara. Un record.

    Ventitré vittorie, otto pari e sei sconfitte. Il bilancio della Roma di Ranieri è di quelli da far girare la testa a chiunque. Che rimanda ad un altro precedente illustre. Un precedente tinto di tricolore. Era la stagione 2000-2001, Fabio Capello guidava una Roma spaziale alla conquista del suo terzo titolo, divorando classifica e avversari al ritmo di 2,20 (e qual cosina…) punti ogni novanta minuti. Alla fine della trentaquattresima (ultima) giornata del campionato, settantacinque punti. Uno in meno ne aveva raccolto, nello stesso numero di match, Ranieri in questa annata. Prima di Roma-Cagliari. Spalletti aveva marciato a 2.15 punti di media nel 2007-2008. Liedholm guidò la Roma sul tetto d’Italia nel 1982-’83 al ritmo di 1,43. Meglio di Shaffer (1,40) quarantuno anni prima. Con un successo all’ultima giornata, la media punti di Ranieri salirebbe a 2,22 ogni partita. Melgio di chiunque altro, a Roma, in una sola stagione.
     
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    RIISE LO SA: "VINCIAMO LO SCUDETTO"

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    L’hanno chiamato gialloroscio, vichingo, guerriero. John Arne Riise è qualcosa di più. È romanista. Nel senso che tifa per la Roma. Ma - oh - per davvero. Domenica notte era al Jet Set con Menez, locale “in” dell’Eur. A chi gli ballava intorno, John ha profetizzato: «Guardate che vinciamo lo scudetto». L’ha detto. E poi per essere sicuro l’ha ridetto. «Guardate che lo vinciamo». Avete presente la battuta di Troisi in Non ci resta che piangere? Il monaco: «Ricordati che devi morire! Ricordati che devi morire!». E Troisi che gli fa: «Sì, sì, mo’ me lo segno». E noi ce lo segniamo, John. Lo scudetto lo vinciamo a Verona, d’accordo. Ci sono 7200 tifosi della Roma che la pensano così. Che un biglietto per il Bentegodi l’hanno già comprato. Ma questo è un altro discorso, e pure un altro articolo. Tra loro - e la meraviglia è questa - c’è lui. John. Che ai suoi amici norvegesi - e all’Olimpico ce n’erano parecchi, tutti riproduzioni fedeli dello stereotipo vichingo: alti e biondi - ha fatto una promessa. Anzi, l’ha scritta: «Ho ricevuto il mio quarto cartellino giallo della stagione e sfortunatamente dovrò saltare l’ultima gara, con il Chievo. Ma andrò a supportare il club nell’ultimo match». Alla sua gente, al suo popolo, ai norvegesi, John ha descritto la pazza domenica di Roma-Cagliari: «È stata una vittoria leggermente (leggermente?, ndr) più difficile di quel che pensavamo prima dell’inizio della partita, ma ancora una volta è stato il nostro capitano Totti a concentrare su di sé l’attenzione di tutti. Sapevamo che il Cagliari sarebbe venuto a giocare principalmente in difesa e abbiamo avuto varie occasioni sia nel primo sia nel secondo tempo. Ma è stato il Cagliari ad andare in gol per primo. Abbiamo saputo che il Chievo vinceva sull’Inter per 1-0, ma l’essere primi in classifica è durato solo 2- 3 minuti, fino a che l’Inter non ha segnato». Quando Lazzari ha consumato la sua vendetta biblica, alzandosi, camminando e spedendo noi nel sepolcro, si è acceso Totti: tredicesimo e quattordicesimo gol in campionato. «Dopo il gol del Cagliari, Totti ha dimostrato che poteva ancora segnare. Ha portato a casa una vittoria molto importante per noi». Riise è rimasto folgorato dal clima. Dall’Olimpico. Dalle migliaia di romanisti che indossavano la maglia di Francesco: «L’atmosfera è stata splendida allo stadio durante tutta la partita e i tifosi hanno dato a Totti un aiuto enorme, dopo quel che era successo nella finale contro l’Inter lo scorso mercoledì». John si sofferma poi a descrivere la figura del suo capitano. «Molto è stato detto e scritto su Totti, ma la mia impressione, dopo due stagioni con lui, è che si tratti di una splendida persona, molto divertente, molto modesta, sempre gentile. Ovviamente, Francesco è anche un grande giocatore per il quale nutro un enorme rispetto». Ovviamente? A giudicare da chi lo aveva stroncato dopo il calcio a Balotelli, mica tanto ovviamente. Non certo per Riise, che di Totti è primo tifoso. «È un grande capitano e noi abbiamo vinto per lui. Per la settimana particolare che ha avuto». Guarda in cielo, Capita’. Guarda quanto amore ti circonda lassù. Sugli spalti. Ma guardati pure intorno. Perché il primo dei 7200 di Verona è lui, John. Il gialloroscio di Alesund.
     
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    DANIELE C´È SEMPRE

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    E’ un anno che si va dicendo: Daniele De Rossi, unico romanista in azzurro, non è più lui. Poi, ti fai un giro sui tabellini delle partite, sui siti che contengono i dati del campionato e scopri che Daniele, quello che non è più lui, ha segnato dieci gol in stagione, sei in campionato (Juventus, Fiorentina, Catania, Udinese, Chievo e Inter), tre in Europa League (due al Gent e unoal Kosice) e uno in Coppa Italia (al Catania). Non solo, l’ultimissima dal mondo: il Manchester City vuole DeRossi, proprio quello che non è più lui: sarebbe arrivato un fax a Trigoria con tanto di offerta, 45 milioni di euro per il centrocampista di Ostia. LaRoma,però,nonintende privarsi del gioiello cresciuto in casa: incedibile,aqualunque cifra. Questo fanno sapere da Trigoria. Come fanno pure sapere che non è arrivata alcuna offerta. Daniele piace, anche a Chelsea e Real Madrid. Lui sa che il suo rendimento in campo non è stato all’altezza di se stesso. De Rossi sa fare molto di più. Le qualità restano, non ci si dimentica di come si gioca a pallone. Capita l’annata un po’ così. E può succedere per mille motivi: fisici (DeRossi tra l’intervento allo zigomo e le coliche renali, più acciacchi vari e squalifiche, ha saltato cinque partite di campionato, e non è da lui) e psicologici (si sa - ed è cosa normale - come abbia faticato ad uscire dalla brusca separazione con la moglie, da lì poi la gestione della bambina, il rifarsi una vita e tutti i problemi che ne conseguono). Tutto questo poi, l’anno del Mondiale. Quello della maturità. Un campionato del mondo che Daniele, sempre quello che non è più lui, va a giocarsi da leader e unico rappresentante della Roma (e delle prime due squadre del campionato...). Un Mondiale difficile, dove il rischio flop è dietro l’angolo. Il Mondiale in genere si paga dopo o prima, lui l’ha accusato prima. Una stagione romanista, la sua, vissuta nella delusione per l’addio di Spalletti, nella ricostruzione di un rapporto con Ranieri, fino al sogno scudetto, che la Sampdoria e, come dice lui stesso, «la torta di Lazio-Inter» gli stanno portando via. E’ stata la stagione dei sogni e delle cadute, una quella nell’ultimo derby, vinto senza i due cuccioli di Roma. Daniele ha cambiato look, ha aumentato i tatuaggi (molti dei quali dedicati alla figlia) e ha fatto crescere la barba e ora ricorda Michele Strogoff, fido corriere dello zar di Russia(romanzo di Jules Verne scritto nel 1876, diventato poi uno sceneggiato anni ’70, che un classe ’82 non poteva vedere), combattente, tenace e coraggioso. Maanche sensibile: domenica, dopo la partita con il Cagliari, durante il giro di campo finale, De Rossi aveva la faccia triste. Come se gli mancasse qualcosa. E non era lo scudetto. Questo, forse, se lo può andare a prendere a Verona. Una missione impossibile. Poi, ses uccede,andiamo a dire che non è stata la sua stagione. Sai cosa importa. A lui, zero.
     
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    ROMA CON LA TENTAZIONE ADRIANO
    Domenica finisce tutto, in un modo o nell’altro si volta pagina e si pensa al futuro. Il mercato della Roma questa estate prevede molti movimenti, in entrata e in uscita. Gli ultimi novanta minuti della stagione potrebbero condizionare la campagna acquisti. Una Roma con lo scudetto sul petto avrebbe maggiori possibilità di manovra. Il nodo principale riguarda il centravanti. Si riducono le chance di Luca Toni di restare in giallorosso, anche se i dirigenti giallorossi sperano sempre in una buonuscita da parte del Bayern.

    ADRIANO IN POLE - Ma in questo momento i dubbi che più assillano i dirigenti riguardano Adriano. La Roma ha in pugno da qualche mese il centravanti brasiliano. Il suo procuratore Gilmar Rinaldi glielo ha portato su un piatto d'argento. Cartellino a costo zero, ingaggio sui tre milioni di euro. Adriano, escluso ieri da Dunga dalla lista mondiale, ha una gran voglia di tentare il riscatto in Italia, dopo essere stato costretto a lasciare l’Inter nel momento forse più difficile della sua carriera.

    I DUBBI SULLA SUA VITA PRIVATA - La Roma è molto combattuta sul centravanti brasiliano. C’era arrivata vicina anche a gennaio, ma in quella occasione fu Adriano a non rendersi disponibile. Le ultime notizie provenienti dal Brasile non sono rassicuranti, la sua vita privata riempie ancora le cronache dei media. Potrebbe essere un rischio. Intanto alcuni club inglesi si sono mossi e sono pronti a scavalcare la Roma, che finora ha la priorità. Il suo procuratore sarà a Roma nei prossimi giorni per ufficializzare il trasferimento di Simplicio in giallorosso. Si parlerà anche del centravanti. Se non arriva Adriano e Toni saluta si cercherà una punta con altre caratteristiche e, soprattutto, altre aspettative. Il progetto tattico del doppio centravanti o del tridente è naufragato. Si riparte con Totti unica punta, ma ci vorrà un giocatore che possa sostituirlo in caso di necessità, pronto ad andare anche in panchina. Perchè comunque il capitano dovrà gestirsi in una stagione che tornerà ad essere densa di appuntamenti, tra campionato, Champions League e Coppa Italia.

    LE ALTERNATIVE - Tre i nomi seguiti dal club giallorosso: Matri del Cagliari, Tiribocchi dell’Atalanta e Pellissier del Chievo. Non sono attaccanti di primissima fascia, anche se Matri è un giovane interessante che la Roma segue dalla passata stagione. Tiribocchi, romano e romanista, verrebbe di corsa.
     
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    PIZARRO: "SCUDETTO? E´ DIFFICILE MA NOI CI CREDIAMO, I TIFOSI CI DARANNO LA CARICA, SONO FANTASTICI"

    Visto che hai portato il cane di Cassetti, è più disciplinato del padrone?
    “Rasty è più bello di Marco. A parte gli scherzi siamo contenti di essere qui. E’ un lavoro difficile, da dedicarci tanto tempo”.
    Ci si crede allo scudetto?
    “Noi siamo coscienti che è molto difficile. Per noi è importante vincere domenica e poi sperare. Per quello che abbiamo fatto in questo campionato siamo contentissimi. Se succederà sarebbe l’ideale. Noi ci proveremo come abbiamo sempre fatto in questa stagione”.
    Il Siena vi ha messo in difficoltà. Lo farà anche con l’Inter?
    “Speriamo bene. L’importante sarà fare risultato noi e poi vedere Speriamo che accada quello che speriamo”.
    Come stai?
    “Ho avuto un po’ di problemi al ginocchio. Ma è l’ultimo sforzo, voglio stringere i denti. Poi avrò un mese per risolvere i miei problemi”.
    Come ha preparato la settimana Ranieri?
    “Molto tranquillamente. Siamo coscienti che è una giornata fondamentale. Speriamo di arrivare nella migliore forma possibile domenica. Con il conforto dei nostri tifosi che ci saranno come sempre. Ai tifosi non si può dire nulla anche per quello che è successo con Francesco domenica scorsa, da lacrime agli occhi”.
    Ranieri potrebbe lasciare la Roma la prossima stagione?
    “Non credo, ma comunque sono decisioni personali”.
    Che partita vorresti rigiocare?
    “Il secondo tempo di Roma - Sampdoria, ovviamente”.
     
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    IL DUBBIO È CASSETTI, LA CERTEZZA VUCINIC

    Più sì che no. Cassetti potrebbe farcela a recuperare per il Chievo. Il ginocchio gli fa ancora male, sono i postumi della botta subita al Tardini il primo maggio. Anche ieri Marco ha svolto lavoro differenziato. Ranieri proverà comunque il tutto per tutto. Perché se Cassetti non dovesse farcela, a sinistra si aprirebbe una voragine. Riise è squalificato, la soluzione a sinistra è Cassetti, portando Burdisso a destra e consegnando le chiavi della difesa alla coppia di centrali Mexes (che però ieri non si è allenato per un fortissimo raffreddore) e Juan. Oddio, l’alternativa naturale a Riise esiste. È Tonetto. Ma Max viene da una stagione tribolatissima dal punto di vista atletico. In campionato ha messo insieme appena tre spezzoni di partita, per un totale di 72 minuti. Tanto per capirci, Andreolli, che per Ranieri è il quarto centrale dopo Juan, Burdisso e Mexes, è arrivato a 477. Ipotesi diverse di formazione, per il pacchetto arretrato, non è che abbondino. È possibile, certo, che Ranieri alla fine decida di affidare una maglia a Tonetto. Possibile, ma altamente improbabile. La Roma si gioca lo scudetto e consegnare la fascia sinistra del campo a un giocatore con 72 minuti nelle gambe è abbastanza rischioso. Ecco perché domenica sarà indispensabile avere a disposizione un Cassetti in condizioni fisiche decenti. Ma dal campo le buone notizie arrivano anche dal centrocampo. Pizarro è tornato ad allenarsi. Il Pek non è al top della condizione e domenica scorsa lo si è visto. Ma David è la testa pensante della Roma di Ranieri. Forse, lo è anche più di quanto lo fosse in quella di Spalletti. Quando non gira Pizarro, è difficile che giri la Roma. Ieri a Civitavecchia, comunque, il cileno ha tranquillizzato i tifosi della Roma. Domenica stringerà i denti e sarà regolarmente a disposizione di Ranieri. In attacco, è completamente recuperato Vucinic. Il Genio di Niksic, ieri, si è allenato con il gruppo. A Verona potrebbe fare coppia con Totti, a meno che Ranieri non decida di schierare il tridente. In quel caso, il terzo là davanti dovrebbe essere Menez. In ogni caso, Jeremy troverà quasi certamente spazio nello scacchiere romanista. Toni e Baptista, che ha accusato un risentimento muscolare e ieri ha lavorato solo in palestra, dovrebbero partire dalla panchina.

     
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    TONI TRA SOGNO E SALUTI: ´GRAZIE ROMA E ARRIVEDERCI´ MEXES, LACRIME E FIDUCIA: ´CI CREDO´

    Verona è sempre più vicina. Roma e la Roma si preparano agli ultimi novanta minuti di una stagione esalta tante, ma che rischia di lasciare il ricordo di una (grande) occasione persa. Tra due giorni Ranieri e i giocatori staranno già respirando già l’aria intorno al Bentegodi. Qualcuno, però, guarda oltre. E, in attesa di sapere chi metterà la ruota davanti all’arrivo di domenica, sembra passare direttamente ai saluti.

    ARRIVEDERCI ― Avvio devastante. Media di un gol ogni centoquindici minuti dall’esordio di Cagliari alla rete del delirio contro l’Inter, il 27 marzo. Poi, più nulla. Un digiuno lungo sei gare e trecentocinquantadue minuti (recuperi esclusi). Oggi l’attaccante ha lanciato un messaggio dal proprio sito internet dal sapore di addio: «Ringrazio tutto lo staff romanista per la splendida accoglienza e la fiducia incondizionata. Un grazie di cuore ai miei compagni di squadra e a tutti i tifosi romanisti per il calore e l'affetto dato sin dal primo giorno. Grazie Roma, nella speranza che sia solo un arrivederci». Un addio? Forse. In realtà, decisioni non ne sono ancora state prese. A Trigoria sono contenti del rendimento di Luca. Meno del costo di un eventuale riscatto, tra ingaggio e cartellino. Persone vicine a Toni hanno letto le sue parole come un ‘saluto all’ambiente da parte di un giocatore in prestito che vorrebbe restare ma non ha certezze’. A qualcuno, è sembrato qualcosa di più. Toni, intanto, ha dovuto rinunciare al mondiale. Anche per questo, di tempo per intavolare una trattativa ― fanno sapere ― non ne manca.

    LACRIME E SOGNI ― Non solo saluti, però. Perché Luca ha anche voluto guardare avanti, nel bilancio di (fine?) avventura. «Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni! E chissà... non succede, ma se succede...», ha scritto sul proprio sito. Un messaggio di fiducia condiviso da Mexes, che alla presentazione di un nuovo supermercato ha mostrato fiducia: «Ce la metteremo tutta, ci crediamo dalla prima giornata, andremo avanti fino alla fine seguendo il nostro sogno». Philippe è tornato anche sulle lacrime del dopo Roma-Samp. «Spero che si trasformino in un sorriso domenica». Un sorriso Phil lo mostra anche riguardo al proprio futuro: «E’ tutto chiaro, non ci sono problemi. Un addio? Non è vicino. E con Ranieri ho un rapporto splendido come tutti i miei compagni».

    VERSO VERONA ― Sempre meno dubbi. Tutti, ad eccezione dello squalificato Riise, vogliono arrivare a Verona pronti per scendere in campo. Sta facendo di tutto per esserci Pizarro, alle prese con il solito fastidio al ginocchio e con una botta al collo del piede subita martedì in allenamento. Anche stamattina allenamento a parte. Ad oggi, il cileno non sarebbe della gara. Ma con tre giorni a disposizione, Ranieri ― che oggi ha sottoposto la squadra ad un allenamento particolarmente intenso ― è convinto di poter contare su di lui. Non ci sono problemi, invece, per Totti, rimasto a lavorare all’interno del Bernardini. Per lui, palestra e fisioterapia. Ma da Trigoria fanno sapere come non sia scattato nessun allarme per Francesco, che quindi guiderà l’attacco romanista, sostenuto da Menez e Vucinic. Resterà ancora a guardare Toni. Almeno in avvio. Anche per questo, forse, sembra già l’ora dei saluti.
     
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    IDEA LUIS FABIANO: SCAMBIO CON BAPTISTA?

    Le pre-convocazioni di Carlos Dunga per i Mondiali in Sudafrica hanno fatto arrabbiare in tanti: le esclusioni eccellenti sono sembrate un affronto per i pentacampeon. Ma in mezzo a tanti nasi arricciati, c'è chi sorride. Julio Baptista, la Bestia della Roma, ad esempio è molto contento di aver ricevuto la chiamata del ct. Se ne andrà in Sudafrica e con lui c'andrà anche Luis Fabiano, attaccante del Siviglia. Ma se il loro futuro immediato è deciso, quello più lontano potrebbe riservare delle sorpese e le lero strade potrebbero incrociarsi. Il giocatore del club andaluso ha il contratto in scadenza nel 2011 e un ingaggio da 1,2 milioni all'anno: di rinnovo non se ne parla, anzi le parti sembrano sempre distanti. 'O fabuloso' lo scorso anno fu molto vicino al Milan, ma l'eccessiva richiesta economica del Siviglia fece desistere i rossoneri. Quest'estate però lo scenario potrebbe essere molto diverso. Già perché il suo agente Fuentes, ha confidato che il prezzo di Luis Fabiano, considerata la paura del Siviglia di perdere poi tra un anno il giocatore a parametro zero, scenderà notevolmente. Quindi le corteggiatrici del brasiliano potrebbero farsi sotto quest'estate con maggiore convinzione e con maggior possibilità di portare a termine l'affare. E fra queste potrebbe spuntar fuori anche la Roma.

    JULIO BAPTISTA - Cosa c'entra Julio Baptista in tutto ciò? La Bestia vestita di giallorosso è una copia sbiadita di quella spagnola e un suo trasferimento quest'estate è tutt'altro che da escludere. Magari per un ritorno in un luogo dove è ancora molto amato: Siviglia. Il classe '81 ha lasciato un ottimo ricordo in andalusia e proprio lì fra le mura del San Cespiz Juan Julio Baptista ha giocato alcune delle sue stagioni migliori.

    SCAMBIO - La Roma interessata a Luis Fabiano potrebbe offrire al Siviglia Julio Baptista più un conguaglio monetario. Un'idea 'fabulosa' che accontenterebbe tutti. Un problema potrebbe rappresentarlo però l'ingaggio di Julio Baptista non propriamente economico, (circa 2,5 milioni di euro all'anno), anche se la stima dei sivigliani per la Bestia potrebbe far superare le perplessità finanziarie.

    LUIS FABIANO - Ad avvalorare la tesi della partenza, arrivano oggi le parole di 'O fabuloso' che in un'intervista a Globo Esporte ha ammesso la sua voglia di cambiare aria: "Probabilmente me ne andrò quest’estate – si legge su Globoesporte -. Ho un contratto con il Siviglia in scadenza e il club vuole vendermi. Se non vado via ora, me ne vado nel 2011".
     
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    RANIERI HA GIÀ VINTO IL SUO SCUDETTO

    Parlare di successi morali è anacronistico e forse inopportuno ma, comunque vada, il campionato avrà il suo vincitore morale. Battendo domani il Chievo, Claudio Ranieri potrà dire di aver conquistato il suo scudetto personale. Potrebbe essere anche una soddisfazione effimera ma resta pur sempre una valutazione supportata da numeri record, che hanno propiziato una cavalcata splendida, cominciata dopo due mesi complicatissimi e culminata con i 24 risultati utili consecutivi in campionato (18 vittorie e 6 pareggi).

    Ranieri arrivò a Roma l’1 settembre ereditando un gruppo traumatizzato dalla fine del ciclo Spalletti, partendo con due partite di ritardo rispetto a chiunque altro e, soprattutto, con 4 punti di ritardo rispetto al suo collega-rivale Mourinho. Cogliendo la terza vittoria di fila, dopo il fatale k.o. con la Sampdoria, la Roma potrebbe chiudere a quota 80 e il suo fiore all’occhiello resterà in ogni caso il girone di ritorno, condotto a ritmi vertiginosi e ancora perfettibile toccando i 48 punti all’attivo.

    Era quasi inevitabile che questo exploit destasse le sirene azzurre per un tecnico con i requisiti ideali per il dopo Lippi. «Il mio progetto si chiama Roma. Ci ho messo tanto a tornare a casa e qui sto bene». Tagliando corto sull’argomento Nazionale, Ranieri ha confermato in pratica che, a meno d’improbabili ribaltoni, il matrimonio proseguirà. Forse già nella prossima settimana avrà luogo un incontro tra Rosella Sensi, i dirigenti e l’allenatore per definire le strategie della prossima stagione. «Sarà molto difficile ripetersi», ha detto il mister al termine della gara col Cagliari. Sembrava un modo per mettere le mani avanti, era piuttosto un avviso ai naviganti. L’attuale organico, con un’età media piuttosto elevata, ha bisogno di «tagli» necessari e forse dolorosi, calciatori da rimpiazzare con sostituti in ogni reparto. Nel vertice si affronterà anche il discorso del contratto che probabilmente verrà prolungato di altri due anni, fino al 2013, e ritoccato: Ranieri potrebbe arrivare a 2 milioni di ingaggio a stagione. Sarà anche l’occasione per stilare un primo punto di mercato, rigorosamente legato a un budget d’investimento ancora incerto. Per svecchiare la rosa servono giovani di talento: a cominciare, magari, proprio da quel Giuseppe Rossi che ebbe al Parma e contribuì a salvare i gialloblù al termine di un altro ritorno eclatante.

    Intanto, però, Ranieri si concentra sui novanta minuti conclusivi e pensa a non sbagliare formazione: scontata la difesa con Julio Sergio, Motta, Burdisso, Juan e Riise, mentre a centrocampo dovrebbero partire Pizarro, Perrotta e De Rossi, con Menez dietro Totti e Vucinic.
     
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  11. •Saske•77™
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    VERONA - Missione fallita per la Roma. Lo 0-2 in casa del Chievo non basta, e il contemporaneo 0-1 dell'Inter in quel di Siena ha assegnato lo scudetto 2009/10 ai nerazzurri. Tra le prime immagini del postpartita di Verona, colpiscono le lacrime di Francesco Totti. Il capitano giallorosso ha così esploso l'amarezza e la rabbia per non essere riuscito a portare alla Roma il quarto scudetto della sua storia. I giocatori, la panchina e tutto lo staff romanisti stanno ringraziando ed applaudendo i tifosi che li hanno seguiti in questa speranza.

     
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  12. ¬Red•Fox™
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    sono contento che ha vinto l'inter..la roma si stava letteralmente rubando una partita... sul primo gol il difensore del chievo non ha alzato nemmeno la gamba per tentare di bloccare il tiro..ma passeggiava in mezzo al campo..-.-"

    sopratutto sono contento perchè totti mi sta proprio antipatico....
     
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  13. Sasori_01
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    vabbè quella è colpa del difensore mica della roma :seeeee: comunque meglio non parlare di partite rubate che anche l'Inter in questo senso non è stato molto sfortunato xD
     
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    TREMILA TIFOSI A FIUMICINO: "GRAZIE LO STESSO"

    Cori, applausi. I flash di digitali e cellulari che lampeggiano davanti agli hangar. Tante bandiere. «Nun è successo, ma noi semo contenti lo stesso». Il piccolo striscione sventola orgogliosamente tra la folla che attende l’arrivo dei calciatori della Roma a Fiumicino. Lo regge Daniela, una signora sulla cinquantina che racconta di aver pensato a cosa scrivere su quel lenzuolo mentre «venivo in aeroporto, assieme a mia figlia. Lei a un certo punto mi ha detto: “A ma’, sai che c’è? Non è successo, e vabbè. Ma io sono contenta lo stesso”. Ci siamo guardate e abbiamo capito che quelle parole erano il senso della nostra giornata». La festa al Leonardo da Vinci si è conclusa alle 20.35, ora del passaggio del pullman della Roma tra i tremila tifosi che attendevano davanti alla Cargo City. Il raduno del popolo giallorosso esultante comincia alla spicciolata, convocato dal tam tam delle radio capitoline galvanizzate dalla vittoria contro il Chievo. I tifosi arrivano in macchina, con i motorini, qualcuno con il treno dalla stazione Ostiense. Alle 18 il traffico in aeroporto è già in tilt. Strade bloccate, auto parcheggiate ovunque. Agli arrivi, la folla già numerosa - tanti ultrà ma anche numerosi papà e mamme con i bambini - comincia a intonare canti e slogan, da «Grazie Roma» a «se saltelli muore Balotelli». I passeggeri in transito, tra cui molti stranieri, guardano incuriositi. Qualcuno applaude. Intanto carabinieri e polizia pensano a come ordinare l’invasione pacifica ed è il dirigente della Polaria, Giovanni Sigillino, che, uno a uno, avverte i tifosi che il pullman sfilerà lontano, oltre il parcheggio a lunga sosta. I più non paiono crederci e restano a sostare al terminal nazionale sino a che le radio romaniste non arrivano in soccorso delle forze dell’ordine, confermando la notizia. «Tutti alla Cargo City. I campioni sfileranno lì», è il passaparola che rimbalza sull’etere. Ordinatamente, i tifosi si mettono i fila e percorrono a piedi i due chilometri che li separano dal punto di raccolta. Poi il volo Az 1840 atterra: la conferma arriva da un capo ultrà che, arrampicato all’inferriata dello scalo merci, dà l’annuncio al megafono. Urla, ancora cori, applausi. Che si moltiplicano, assordanti, quando finalmente si vede il pullman giallorosso. La folla si apre per farlo passare. I giocatori salutano dal finestrino. Vucinic e Riise si affacciano per stringere mani e firmare autografi. Qualche tifoso prova ad aggrapparsi alla corriera, che però s’allontana (a fatica) dopo un paio di minuti. Un tempo che al popolo romanista pare sufficiente per esultare assieme alla squadra. «Nun è successo, ma semo contenti lo stesso», sorride Daniela mentre s’incammina verso la macchina tenendo per mano la figlia.

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    TOTTI: "ABBIAMO DATO TUTTO PER VOI"

    «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo dato tutto quello che avevamo». Inizia così il breve messaggio che Francesco Totti, attraverso il suo sito personale, ha inviato ai tifosi giallorossi poche ore dopo il termine del campionato. Quando erano appena finiti i cori dei 20mila avevano sostenuto la squadra al Bentegodi e stavano per cominciare quelli che l’hanno scortata da Fiumicino fino a Trigoria. «E’ il momento di ringraziare i nostri sostenitori ancora una volta - ha detto il capitano -, perché non è mai abbastanza. Le emozioni di questa stagione sono da dedicare interamente a loro. Sono tifosi speciali... anzi di più, sono unici. Loro sono il vero cuore della Roma. Loro sono la Roma. Grazie...». Ringrazia Francesco, ma quel "grazie" il popolo giallorosso lo rivolge volentieri a lui. «Grazie capitano». E non per quello che ha fatto anche ieri in campo, per come accarezza la palla che è sempre un piacere per gli occhi. Non per come ha trascinato questa squadra fino ad un passo da una cosa più grande di ogni immaginazione. E neanche per l’infinita serie di record che ha conquistato con questa maglia. Il ringraziamento è per quelle lacrime a fine partita che a tutti hanno ricordato quelle dopo Roma- Arsenal. Grazie. Perché con quel pianto ha fatto sentire meno solo ognuno dei romanisti che erano lì al Bentegodi e tutti gli altri che erano davanti alla tv. Ammutoliti, sospesi a metà tra la voglia di isolarsi da tutto e da tutti, e il desiderio di gridare al mondo l’orgoglio di tifare per quei colori. Evidentemente, non era destino che la Roma vincesse questo campionato, non eradestino che Francesco diventasse il primo romanista di sempre a vincere due volte il campionato. Non era, ma non è detto che non sarà. Non finisce qui. "To be continued" diceva lo striscione apparso a Verona. Continuerà la storia della Roma, continuerà quella del suo più grande giocatore. Vero che continua? «Ci mancherebbe che non continui» ha detto De Rossi. Già, niente scherzi. Perché è lui che dà la forza ai romanisti di guardare al prossimo anno. Perché magari tra 12 mesi (il campionato finirà il 22 maggio) potremmo stare qui a raccontare un’altra storia ed altre lacrime, stavolta di gioia. Il 28 agosto la Serie A riparte (prima ancora c’è la Supercoppa e, se si va a Pechino o Shangai, i cinesi conoscono solo lui) per una corsa alla quale si può partecipare da protagonisti se c’è lui a guidare la Roma. E poi ci sarà di nuovo il palcoscenico che meritano i campioni assoluti come Francesco. Quello della Champions League, che questa volta avrà il suo atto finale a Wembley dove manca dal 1992. E poi c’è da scalare ancora la classifica dei migliori marcatori di sempre. Scavalcato Hamrin al sesto posto, il prossimo obiettivo è il quinto di Roberto Baggio che è più su di 13 gol. Potevano essere 12, o addirittura 11 se ieri non ci si fossero messi di mezzo il palo (l’ennesimo) e Squizzi. Ma la storia non sarebbe cambiata granché, perché la Roma ha vinto lo stesso e Totti è comunque ancora una volta il suo miglior marcatore stagionale in campionato con 14 reti (anche se a pari merito con Vucinic) e in assoluto con 25. Alla faccia di chi dice che è finito, di chi lo attacca perché fa il gesto dei pollici, di chi fa di un suo fallo (per quanto brutto) un caso "nazionale". Non quella azzurra, che andrà in Sudafrica e che lui dovrà vedersi in tv. Avrebbe fatto comodo all’Italia averlo, ma ai romanisti va bene così. Perché tanto Francesco quella coppa l’ha già alzata, e adesso potrà andare in vacanza e riservare tutte le energie per la Roma. Per la quale «abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo dato tutto quello che avevamo».

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    DE ROSSI: "MA SE CONTINUIAMO COSÌ..."

    “Gioca male”, “ha problemi personali”, “non è più lui”, “se ne va”, “per forza, hanno offerto mille miliardi di euro”. La risposta di De Rossi alle ciarle, alle parole al vento, al fantamercato, è contenuta tutta in quella frazione di secondo in cui il piede destro di Daniele esplode la sventola. Il fragore che fa il settimo gol in campionato, l’undicesimo stagionale, è un’eco che si spegne, muore, solo alla notizia del gol di Milito. De Rossi è scosso. Ha pianto anche lui. Come Totti. Sul volto ha dipinto il sorriso triste ma lieve dei romanisti. Di noi che sì, ce l’aspettavamo. Ma quant’era bello sperare nella favola. Gli dicono che a Siena ci hanno detto bravi. Capitan Futuro accoglie e ricambia. «Grazie all’Inter per i complimenti, hanno dimostrato di essere grandi in tutte le competizioni. È stato un campionato diverso rispetto a due anni fa». Il teorema di Capitan Futuro è che l’Inter avrebbe vinto comunque: «Se fossero stati eliminati in Champions, sarebbe successo prima. Le squadre si sono equivalse». Rispetto alla stagione 2007/08, quando l’Inter di Mancini ci scippò letteralmente un tricolore che altrimenti avrebbe parlato romano, Daniele non lancia accuse: «Non gli si può dire nulla rispetto a quel punto di vista (“quel punto di vista”: che fantastica parafrasi... ndr) che avevo tirato in ballo nel 2008». Cambiasso non è stato convocato per i Mondiali. De Rossi sì. Ovviamente, Daniele scambierebbe volentieri il Sudafrica per lo scudetto. «Avrei fatto a cambio», dice a chi gli domanda in che condizioni sia in vista della Coppa. «Sono un po’ cotto, la forma però si riprende per un avvenimento così importante. Ma oggi (ieri ndr) non riesco a vedere oltre questa sconfitta». Daniele chiama sconfitta la vittoria sul Chievo. Che volete farci? Parla il cuore, mica la ragione. Noi abbiamo speso zero euro e abbiamo conteso lo scudetto a una società che ha acquistato gente come Eto’o, Lucio, Milito, Motta e Sneijder. È chiaro, certo, che non può bastare ad addolcire l’amarezza di un tricolore sfiorato: «Non giochiamo per fare i complimenti agli altri. Giochiamo per vincere. Se lavoreremo bene, saremo pronti. Continuiamo a lavorare così. Brucia anche ai tifosi che oggi stavano a Verona. Qua abbiamo qualcosa di diverso, lo può capire solo chi sta qui». Capitan Futuro è convinto che la Roma possa ripetersi. Anche se il precedente della stagione (mezza funesta) 2008/09 farebbe pensare il contrario. «Anche due anni fa credevo che l’anno dopo saremmo stati competitivi. Mi gratto e proverò a lavorare in questa direzione. La Juventus può raggiungerci. Come il Milan. Hanno risorse che noi non abbiamo. Ma da cinque anni a questa parte siamo lì». Il rammarico è per le tre sconfitte di fila subite con Milan, Livorno e Udinese. «Nessuno ha la bacchetta magica. La prima vittoria è avvenuta grazie a un episodio a Siena. Abbiamo perso col Milan e non meritavamo di perdere. In quel momento lavoravamo comunque nel modo giusto». Resta la soddisfazione di avere lottato fino all’ultimo. «Le abbiamo dato del filo da torcere. Facciamo i complimenti all’Inter che ha vinto. Sono una corazzata. Speriamo che, con una squadra come la nostra, che comunque rimane forte, uno scudetto riusciremo a toglierglielo prima o poi». Con Totti in campo. Si vociferava che il Capitano avrebbe detto basta. «Ci mancherebbe che non continui», chiosa Daniele. Ci mancherebbe. Erano ciarle. Parole al vento. Meglio: sussurri in dissolvenza al cospetto dell’unica autentica certezza che ieri è decollata, pure lei, da Verona. Erano due parole: Ti Amo.

     
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  15. •Saske•77™
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