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150.000.000 di berry
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Uhm, nessun papiro e magari ripeterò cose già dette 
Per me il fin di trama è quell'espediente narrativo che serve all'autore per risolvere un particolare dettaglio/momento all'interno della sua storia che non può essre scritto/disegnato in altra maniera. Allo stesso tempo, è un qualcosa che il lettore non dovrebbe essere in grado di focalizzare o di renderlo misura principale del suo giudizio, del suo gusto e della sua lettura.
Sostanzialmente, fino a quando un'opera è in grado di sopperire al fin di trama con le sue peculiarità positive, a me va bene, altrimenti inizia la parabola discendente, che si accentua proporzionalmente al grado di importanza del "fin di trama" (che a quel punto assumerà anche un altro nome, imho) rispetto al resto. Perchè la lettura è emozione e per quanto si tratti di un sentimento soggettivo, un fin di trama non potrà mai rimanere immortale nei secoli come una "peculiarità positivo", imho.
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25.000.000 di berry
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Sarò onesto ho letto la premessa si Alex al topic ma non ho ben capito dove voglia arrivare (il topic intendo), chiaro il suo concetto di "fin di trama" ma non sono molto convinto sia proprio cosi e spiegherò il perché ponendo una domanda.
Secondo me quello che è definito "fin di trama" (e molto più recentemente da tanti "forzature") altro non sono che poi espedienti narrativi che capitano sempre ai protagonisti o per meglio dire "stereotipi narrativi" perchè li trovo molto comuni a tante altre opere in particolare nipponiche (perché loro hanno questa predilezione verso l'espediente dell'ultimo minuto però piuttosto scontato) sono come un marchio di fabbrica.
A tal proposito mi chiedevo se solo io o anche voi abbiate notato un certo comune denominatore alle trame giapponesi.
Occorre una premessa... da sempre sono stato un accanito lettore si fumetti ma se proprio debbo definirmi un esperto lo sono più per il fumetto italiano.
Poi ho letto, roba europea (Francia, Belgio, comics USA, Argentina), i manga sono proprio l'ultima mia scoperta (anche se ora sono più o meno 10 anni che li leggo) per cui non mi definisco un esperto, tuttavia adesso ho messo insieme un buon numero di cose lette.
Quello che mi ha avvicinato alle storie nipponiche è proprio l'originalità delle loro storie rispetto alle nostre, vuoi per la diversa cultura e visione del mondo, vuoi per le diverse citazioni mitologiche e fantasiose radicate in un contesto culturale a noi sconosciuto e diametralmente opposto. E poi anche il contesto delle loro storie e la realizzazione grafica e totalmente diversa ed originale dal taglio occidentale.
Detto ciò quello che io ho notato e che i nipponici sono assolutamente maestri e bravissimi nel creare le premesse iniziali. Il loro modo di spaesarti nel presentare una storia è incredibile. Ti trascinano in mondi sempre nuovi ed originali, creano premesse sempre interessanti ed il modo in cui solleticano la tua curiosità è qualcosa di morboso. Riescono sempre ad far aleggiare intorno la trama un alone di mistero e man mano che ti gettano piccoli indizi ti portano ad ipotesi sempre più ampie. Ti mostrano 1 e scoprono 2... sei sempre indietro ed affamato.
Tuttavia un'altra cosa comune per loro è scoprire le proprie carte quasi sempre a metà, 3/4 di trama... per carità lì a volte avviene il vero e proprio orgasmo narrativo ma poi ecco... da quel punto in poi la fase che porta al finale è sempre e dico sempre caratterizzata da una perdita importante di tensione!?!
Si entra nella fase banale, quasi una bonaccia, la storia appare stanca e scontata!
Ecco... tutto ti sembra a "fin di trama!!!"
E così resta sino alla fine, dove sembra quasi un voler rincorrere il finale e non sperare che mai finisca (un po' tipico della narrazione occidentale).
Non sono sicuro di essermi fatto capire bene ma sono curioso di sapere se anche voi abbiate mai notato di questa tendenza nella narrazione dei fumetti giapponesi.
Edited by ozu - 25/3/2018, 22:17
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