PROGETTO PANGEA ONE PIECE

#project-0: Dalle origini ad oggi - una concezione del potere evoluta rispetto al passato ?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    images_2

    Chi ha sempre dedicato parte del proprio tempo alla lettura dell'opera cartacea di One Piece, opera cartacea che ricordiamo essere assolutamente la Bibbia in termini di attendibilità, avrà di certo notato che con questo personaggio, lo Yonko Big Mom, il concetto di potere trattato dall'autore sta incamminandosi su un sentiero abbastanza desueto per gli standard cui ci avevano abituato i pirati precedenti.

    Sino all'immediato passato, siamo stati "a contatto" con personaggi, pirati principalmente, che ci hanno sempre dato, in misura più o meno ampia, l'idea di un potere fondato sulla brutalità della forza fisica, sull'abilità nell'uso di un frutto del diavolo, sulla capacità di sfruttare piani di conquista messi a punto nel tempo con dedizione e pazienza.

    Pensiamo al capitano Kuro, riferendoci ad un passato remoto. Un nemico che, ai tempi ormai remoti dell'ingresso di usop in ciurma, sembrava effettivamente molto forte e temibile, un sociopatico calcolatore, meschino, spietato, attore dai "grandi numeri". Un personaggio del genere, per noi che leggevamo il manga, portava spesso ( almeno me ) a pensare quanto cattivo potesse rivelarsi l'uomo, quando meschino potesse essere colui che per anni aveva vissuto con una ragazza malata odiandola, fingendo però premura ed amore. Insomma, una sensazione di cattiveria che in un ragazzino di certo lascia momentaneamente un'impronta importante. Ma all'atto pratico, Kuro, che tipo di influenza aveva nel mondo di one piece ? In pratica, era un amatore, un piratuncolo da strapazzo, uno bravo solo a prendere per i fondelli una ragazzi malata, buona di cuore, genuina nei propri valori. Eppure, la sensazione di potere trasmessa dal cap. Kuro sembrava essere differente, potenziata dalla sua cattiveria di certo.
    Era fantastico avere a che fare con questi cattivi, umani nei sogni e nelle ambizioni, profondamente cupi nell'anima, senza un grande potere con cui ambire a conquistare il mondo.


    Pensiamo ad Arlong, l'uomo pesce. Un essere vivente che, nel passato della propria personalissima vita, ha vissuto momenti amari, tristi e desolanti. Di Arlong sappiamo con certezza che credeva nel valore dell'amicizia, un valore che inizialmente sembra basarsi sul semplice concetto di rispetto ed affinità nei confronti di alcuni altri uomini pesce. Punto di riferimento per lui, orgoglio della Razza, Fisher Tiger ha rappresentato un faro, IL faro della sua giovinezza. Lo stesso Jimbe, è stato un punto di riferimento per questo uomo pesce, un esempio di virtù. Lui li chiamava fratelli. Un'indole facile al lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalla collerica voglia di rispondere col fuoco al fuco, lo ha condotto a vivere nei panni del violento, dell'iracondo uomo pesce che ha voluto sfidare il genere umano. Una storia, quella di Arlong, che lascia trasparire la bontà di fondo di una creatura che probabilmente in diverse condizioni, avrebbe potuto seguire il cammino della virtù, come Jimbe, piuttosto che quello della vendetta. Arlong quindi risulta segnato da un accadimento tragico, la morte di "Fratello Tai", trasformando l'astio verso il genere umano in inarrestabile sete di sangue e di vendetta, in odio profondo. Si è configurato come un nemico ideale per i mugiwara ai tempi di Arlong Park, un nemico dal modus operandi in assoluta contrapposizione al credo di un giovanissimo ed inesperto rufy. Un nemico che similmente a kuro fa dell'odio il proprio carburante, ma che a differenza di Kuro non mira ad un obiettivo che comporti l'esercizio di un potere finalizzato al dominio su qualcosa di concreto. Kuro mirava al dominio, al controllo di altri uomini, di situazioni. Arlong mirava al fare del male al genere umano, per il puro gusto di farlo, per il puro gusto della vendetta. Dunque, kuro mirava al controllo per accrescere il proprio ego, per migliorare la propria posizione. Arlong invece era mosso dall'odio verso il genere umano. Due antagonisti che in comune non hanno poi moltissimo. Una prima evoluzione della psicologia dei nemici.. più che evoluzione, un cambio di prospettiva e di sfaccettature del concetto di "criminalità e potere".



    Pensiamo poi a Crocodile. Si passa ad un nemico nettamente su un altro livello rispetto ai precedenti. Del passato di crocodile, come di quello di kuro, non sappiamo molto, forse sappiamo poco più di nulla. Sappiamo però che si tratta di un soggetto ambizioso, che ha tentato di ergersi, di sfidare i più grandi e che è stato ricondotto ad una ridimensionata visione del mondo dal potere di colui che ha rappresentato l'unico vero rivale di roger, ovvero barbabianca. Le cicatrici sul volto di crocodile sono quasi certamente opera del monobaffo bianco. Questo antagonista ha incarnato l'idea di malavita in modo a mio avviso impeccabile. Un boss carismatico, malvagio ma non amante dei fuochi d'artificio senza che ve ne fosse davvero motivo, non molto spaccone, silenzioso e riflessivo. Il suo intento era quello di diventare re dei pirati, qui si fa sul serio ragazzi. Proprio come rufy, crocodile sognava di raggiungere quel trono per mezzo di numerose avventure. Si è poi rivelato un comune essere umano, tanto comune quanto il rufy del periodo immediatamente successivo alla morte di ace, quel rufy che per un attimo ha rivelato di essere anche lui umano e non più incarnazione materiale dello spirito dell'avventura e del viaggio, dell'assenza di timore verso il pericolo. Crocodile ha saggiato col proprio corpo la vera forza, quella dei grandi, dei più grandi.. e si è arreso. Si è poi mostrato in veste malvagia, torbida, maligna, facendo soffrire innumerevoli persone. Ancora una volta, come per arlong, l'incapacità di raggiungere un obiettivo, che sia accettazione della condizione socio politica in cui versa il mondo ( arlong ) o accettazione delle proprie debolezze ( crocodile ) conduce verso il baratro dell'odio e del voler far del male ad innocenti. Dei tratti che accomunano quindi, diversi antagonisti dell'opera.


    Parliamo di eneru. Il Dio dell'isola nel cielo, o meglio il presunto tale. A lui non interessa il meschino mondo sottostante, vive beato col frutto divino, la mela, che ama tanto, e che è simbolo Cristiano del Peccato. Un peccatore che pecca di presunzione, ed è il primo vero presuntuoso tra gli antagonisti già analizzati. Se i precedenti hanno peccato di scarsa fibra morale, di incapacità d'accettazione del dolore, di inadeguatezza dinnanzi alla propria debolezza, ecco la rottura, ecco un soggetto che invece pecca di eccessiva sicurezza nei propri mezzi, nel proprio potere, nel proprio sogno di conquista: appunto, Eneru. Un elemento che....


    L'obiettivo del topic è che ciascun concorrente continui il discorso da me imbastito, parlando di altri nemici affrontati dai mugiwara, come lucci, come lo stesso ener che non ho completato apposta, come moria, ecc . In tal modo vedremo che, ogni utente, avrà creato delle descrizioni che mettono in risalto alcuni tratti comuni ed altri tratti di discriminazione tra i villain iniziali da me descritti e quelli successivi, che sarete voi a descrivere.

    All'atto pratico, dovete fare ciò che ho fatto io, però per i villain non citati. Trovate gli elementi di congiunzione relativamente al carattere, al modo di fare, all'obiettivo dei cattivi, e trovate anche le differenza tra gli uni e gli altri. Di volta in volta commenteremo. Con l'aiuto di tutti ne uscirà un bellissimo ed interessantissimo lavoro . Enjoy



    per delucidazioni chiedere in tutta tranquillità.

    NDA: Cosa è il Progetto Pangea One Piece #PPOP ? E' un progetto da me ideato, volto a racchiudere un certo numero di nuove discussioni, onde creare discussione e confronto tra noi amanti di quest'opera e tra noi e coloro che leggono op senza però esserne più di tanto entusiasti. E' un progetto volto alla ristrutturazione ed al rinnovamento della sezione OP DISCUSSIONI, cosi da disporre di materiale sul quale imbastire interessanti confronti. Le successive "opere" arriveranno a distanza di un certo periodo di tempo. Per ora godiamoci il project - 0 :asd:
     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    8,689
    Reputation
    +4,294

    Status
    Anonymous
    Idea interessante :sisi:
    Quando ho più tempo vedo di fare un bel papiro :asd:
    Anche se piacerebbe cominciare dall'inizio pure a me :nuu:
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    prego :asd: inizia da dove vuoi , vale per tutti
     
    .
  4.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Mugiwara™
    Posts
    8,394
    Reputation
    +2,062
    Location
    italia

    Status
    Offline
    Ok voglio provarci anche io, al piu presto ne propongo 1 io. :)
     
    .
  5.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Fan
    Posts
    9,646
    Reputation
    +2,901
    Location
    Montesilvano PE

    Status
    Offline
    Interessante Alex!!!
    Mi piace :sisi:
    Peccato che queste cose o le fai bene o non le fai proprio...
    Vedrò se riuscirò a trovare del tempo ma ahimè...se partecipa anche Dragon, i miei post non avranno senso :asd:
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (ChRiStheHundredForeCast @ 12/3/2017, 19:17) 
    Interessante Alex!!!
    Mi piace :sisi:
    Peccato che queste cose o le fai bene o non le fai proprio...
    Vedrò se riuscirò a trovare del tempo ma ahimè...se partecipa anche Dragon, i miei post non avranno senso :asd:

    tu scrivi e non ti preoccupare :asd:

    bene o male siamo tutti allo stesso livello di powa in op :feelr:
     
    .
  7.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    APD Powa
    Posts
    4,200
    Reputation
    +1,366
    Location
    North Peucetia

    Status
    Offline
    Grande idea... resta inciso che servirà ad ognuno un pò di tempo da dedicare alla stesura delle proprie impressione sui villain.
    Appena ne avrò (tempo) qualche "monografia" la butto giù.
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    Grazie ozu, contiamo sull'aiuto di tutti, non avere fretta, è una cosa fatta per discutere assieme in tranquillità :bella:

    Devo assolutamente partecipare anche a queste discussioni
    https://animeprodestiny.forumcommunity.net/...&st=60#lastpost

    e

    https://animeprodestiny.forumcommunity.net/?t=59626788
    Più in la ne arriveranno altre
     
    .
  9.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    8,689
    Reputation
    +4,294

    Status
    Anonymous
    Grazie Chris ma mi sopravvaluti :asd:

    Ognuno ha una propria visione, quindi più siamo meglio è :sisi:
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    Esattamente dragon, la bellezza di questo genere di impostazione del discorso sta nel fatto che non si crea competizione su qualcosa di non del tutto oggettivo, poiché ognuno valuta il cattivo in base non solo ai dati oggettivi ma anche in virtù delle proprie sensazioni
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    150.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    20,707
    Reputation
    +6,266

    Status
    Anonymous
    A quando i primi valorosi ?
     
    .
  12.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Mugiwara™
    Posts
    8,394
    Reputation
    +2,062
    Location
    italia

    Status
    Offline
    Io forse domani e lo faccio su un personaggio unico Morgan
     
    .
  13.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    8,689
    Reputation
    +4,294

    Status
    Anonymous
    Visto il post di Chris aspettavo che qualcuno mi precedesse :asd:

    Ho già uno schemino, entro domani dovrei postare :fumoso:
     
    .
  14.     +3   Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Pirati del Rosso™
    Posts
    8,689
    Reputation
    +4,294

    Status
    Anonymous
    Okay, ho aspettato un po' per vedere se qualcuno scriveva... ma visto che il topic sembra morto, posto il mio papirone. E' lungo, quindi leggetelo pure a pezzi e con calma :asd:
    Mi sono mantenuto su un'analisi più "generale", senza andare veramente a fondo su ogni villain, così volendo si possono poi approfondire nello specifico i diversi personaggi :sisi:


    L'evoluzione della concezione del potere in One Piece, dalle origini ad oggi.




    Per semplificare, ho diviso il lavoro in tre parti, seguendo le macro-divisioni realizzate da Oda nella narrazione :sisi:


    East Blue
    La concezione del potere nell'east blue, agli esordi di One Piece, è semplice ma allo stesso tempo poliedrica. Questo perché si tratta di introdurre un "mondo", che è sì, di facciata, un mondo di pirati, ma che al contempo non lo è, celando questioni più profonde e intenti differenti, approfonditi soltanto in seguito.
    Quindi, nel primo approccio al potere in OP, ciò che si nota è la differenza: una differenza di caratteri e di modi di vita, che ci presentano interessi diversi e diverse strategie, tutti accomunati dalla semplice "scusa" della "pirateria".
    Con Alvida, ad esempio, abbiamo una comune piratessa, che ha l'unico scopo di vivere depredando navi e sottomettendo il prossimo. Nulla di complicato, una semplice introduzione al tema. Ma cos'è un "villain" in OP? Il bello è che non c'è una soluzione semplice, perché qualunque schieramento può rappresentare questa parte: ed ecco che la semplice divisione marine/pirata viene subito messa in dubbio. E' male infatti solo il depredare e conquistare? O non c'è un male più velenoso che si annida anche all'interno dell'amministrazione e della "legge"? Con Morgan si tocca questo tema, quello di un potere che non ha comunemente a che fare con ciò che viene definito "fuorilegge", ma, invece, con l'ordine stesso e i suoi rappresentanti. Un potere ancora più pericoloso perché, se dalla risma dei pirati ci si può liberare dopo il furto, l'ordine è invece una condanna perenne... Ciò che ci invita a fare OP ai suoi esordi è, dunque, il non fossilizzarci su opposizioni e schematismi facilotti, perchè l'ingiustizia si può trovare ovunque, così come l'onestà (l'ingiustizia in un difensore della legge, l'onestà in pirati, demoni e farabutti... così come può accadere il contrario).
    Dunque, fin da subito, la concezione di potere di One Piece si presenta come quella di un universo "senza legge" e "senza classificazioni". E andando avanti il concetto non fa che approfondirsi, secondo diverse sfaccettature.
    Con Bagy approfondiamo il tema del risentimento e dell'avidità, la pirateria non come dominio ma come avarizia e vanità. Con Kuro, invece, trattiamo un altro tema, quello dell'assoluta mancanza di pietà, dovuta non a sete di conquista, né ad avidità, e nemmeno a sete di gloria o vanità, al contrario dovuta alla stanchezza... Tutto ciò che Kuro vuole è vivere una vita tranquilla, agiata, senza problemi. Kuro è un pirata stanco, uno che prende il mare non per spirito d'avventura, e che, esasperato dal suo stesso successo e dalla caccia feroce nei suoi riguardi, rinuncia, colmo di risentimento per chi può vivere tranquillamente in quanto privilegiato. E col suo diabolico sadismo, recita per anni, senza alcuna pietà, col solo scopo di rovinare questi privilegiati e prendere il loro posto. Un tema del tutto diverso da quelli precedenti, che ha basi fondate in un disturbo sociale...
    Abbiamo nell'ordine la vanità di Alvida, il dominio di Morgan, l'avidità di Bagy e il risentimento di Kuro, a cui si aggiunge poi la voglia di conquista di Creek. Lui è il primo vero pirata che pensa in grande: freddo, spietato, senza cuore, pronto a uccidere anche il suo uomo più fidato pur di portare avanti il suo volere e i suoi capricci, crede di essere imbattibile senza fondamento: è un semplice esaltato la cui follia priva di lucidità e obiettività è causata dalla stessa era della pirateria, e dalla sua guerra per divenire il migliore. E' la prima volta che il tema del grande tesoro, e della guerra per raggiungerlo, viene trattato più estesamente.
    Ma la diversità di questa prima parte si accentua con Arlong. Lui, al contrario, è il primo pirata che non ha nulla a che fare con gli obiettivi della pirateria: non cerca il tesoro per fama, non domina per soddisfazione personale, non è avido per pura avidità, ma lo è lucidamente, diversamente rispetto agli altri il suo concetto di potere è basato su un'ideologia razziale, che ha profonde radici che verranno approfondite solamente in seguito. Tutto ciò che fa ha come motivo il suo odio per gli umani e la sua volontà di sottometterli e conquistare i mari per il riscatto della sua razza. E' un motivo che viene "dal basso", per così dire, quasi sotterraneo, e nasconde un risentimento millenario...

    Dunque, come visto, questa prima parte di OP presenta un aspetto molteplice, nascondendo dietro la parola di pirata diverse ideologie e comportamenti: causati da problemi personali, semplice vuotezza di pensiero, risentimento, tentativo di emulazione causato dalla leggenda della pirateria, tentativo di approfittare di tale pirateria per assumere posizioni di potere... Tutto, nella concezione del potere in questa prima parte, è terribilmente "umano".


    Grand Line
    La Grand Line rappresenta il periodo d'oro di One Piece, in cui la precedente preparazione esplode e trova una dimensione più grande in cui inserirsi, definendosi in maniera netta e perentoria, sempre più a fondo. E il primo passo in questa direzione viene fatta dalla Baroque Works: ricordo ancora quanto epica fosse quella scena in cui Zoro, da solo, li smaschera, sfidandoli poi tutti apertamente... e quelle centinaia di tombe sui cactus di Whisky Peek....
    E' la prima volta in cui si ha a che fare con "un'organizzazione", e fin da subito si percepisce un clima diverso rispetto all'elementarità dell'east blue, fatto di singole teste calde. Qui i "villain" sono veterani che hanno piani ed obiettivi speficici, ben elaborati e sostenuti da una rigida struttura gerarchica: d'impatto veniamo trascinati dalla solita avventura sull'isoletta dominata da un pirata forzuto, nell'universo dei grandi, una cospirazione per rovesciare una monarchia, un'organizzazione di più di 2000 uomini con un piano ben studiato e con un centro di potere saldo, ma insonsabile. I vari scagnozzi che incontriamo sono solo la punta dell'iceburg, e per quanto siano comunque particolari manifestando anche loro apprezzabili differenze di carattere, ciò che li contraddistingue rispetto ai villain precedenti è la mancanza di motivazioni personali e di uno scopo. Per questo sono nemici "vuoti", che in sostanza fanno del male solo per guadagno e per non disubbidire (pena la morte) ad un capo che non conoscono. Come dicevo, il clima cambia, siamo in un contesto molto più ampio.
    E, all'interno di questo contesto appena ampliato, Oda inserisce prepotentemente per la prima volta il concetto di "regno": la scena ora è gestita da questi regni monarchici, collegati da rapporti politici (come veniamo a sapere a Drum tramite flashback di Dorton) che cambiano completamente la scena del potere, prima limitata a villaggi e isolette (sarà il tema del Governo Mondiale, approfondito più avanti sulla grand line). E questo tema viene introdotto in maniera leggera, ma allo stesso tempo drastica, da Wapol. Per la prima volta abbiamo come villain un regnante, che non appartiene né alla sfera della pirateria né a quella della giustizia, ma che incarna il tema, poi sempre più centrale, del "mal governo". Questo verrà pian piano a creare un sorta di "terreno neutrale", che non si trova né dalla parte del bene né da quella del male, e che è il terreno delle istituzioni corrotte e dei rapporti politici viziati da secoli di dominio di ideologie distorte, e che diverrà poi un tema cardine di One Piece. Ma per il momento, con Wapol, abbiamo solo un politico corrotto dalla sua stessa avidità di potere, contro un'ideologia popolare che intende il governo come amministrazione e non come "potere": Dorton. E l'ideale che anima questa contrapposizione è proprio quello di Hillk, il "potere buono", il potere che non controlla ma "anima", il potere della ricerca e dell'esperimento, a costo della propria salute, per ingigantire le speranze e la forza della vita... Un altro dei temi tipici di One Piece.
    Ma dopo questa introduzione del concetto di regno, della politica, del buono e cattivo governo e dei reverie, eccoci finalmente ad Alabasta. Qui si tirano le fila dell'organizzazione silenziosa prima introdotta, sul palcoscenico dei rapporti politici tra governo e popolo. E per la prima volta abbiamo a che fare con i famosi pirati intoccabili della flotta dei 7, e che allora sembravano davvero intoccabili: Crocodile.
    Egli è certamente diverso dai piratucoli incontrati finora, perchè è caratterizzato da esperienza, conoscenze, lucidità e soprattutto non si fa dominare in maniera negativa da emozione alcuna, oltre a non lasciar trasparire le sue emozioni di fondo e il suo passato. Insomma, siamo su un altro livello. Il machiavellismo diabolico di Crocodile fa sfigurare tutti i nemici precedenti: il modo in cui anticipa le reazioni degli uomini e fa crollare un regno mettendo i suoi abitanti uno contro l'altro, facendo sfigurare un re gentile e buono, prosciugando un paese di tutti i suoi averi, mentre viene celebrato come eroe nazionale, è terrificante.
    Per la prima volta vediamo uno sfruttamento totale degli uomini, completamente raggirati per il tornaconto di una sola persona: questa è la grand line.
    E tutto è diabolico: gli infiltrati che sparano al momento giusto, ogni lotta vana, ogni speranza delusa, questa mitica civiltà sopraffatta dal deserto, la voglia di pace che viene insanguinata dalle macchinazioni e l'odio profondo degli uomini che, nella polvere, vengono manipolati e si uccidono a vicenda, mentre l'artefice di tutto se la ride... Sono scene indimenticabili. Così come quella voce che si alza nella confusione e va a combattere per motivi semplici e stupidi, stupidamente.
    Ma con Crocodile vengono anche introdotti altre questioni di fondo dell'opera: le armi ancestrali, la storia nascosta, i poignee griffe. Sappiamo infatti che la conquista di una nazione era solo un passo preliminare da parte di Crocodile, che intendeva trasformarla nella sua base di guerra, sfruttando Pluton per ottenere il dominio dei mari... Insomma, con Crocodile, con questo primo decisivo passo nella grand line, la scena del potere nel mondo di One Piece cambia drasticamente, e per sempre.
    Ora non abbiamo più i pirati che per motivi personali infestano i mari, o marine corrotti che controllano piccoli territori o si vendono per denaro: ora abbiamo regni millenari che nascono armi ancestrali, macchinazioni su larga scala che sfruttano il governo per profitti personali, un governo più interessato alla facciata che alla verità, che occulta i fatti, ma che continua a servirsi di mezzi dubbi per mantenere un ordine sempre più dubbio, oltre a mille altri misteri.
    Con Crocodile, con la prima grande saga della grand line, la fisionomia del potere cambia definitivamente volto e diventa "globale".

    Tuttavia, nell'arco di questa narrazione grandiosa, e che diventa sempre più estesa, c'è una pausa, data dalla saga di Skypiea e da rapporti che ci riportano parzialmente in un clima più "leggero". Abbiamo innanzitutto, infatti, la contrapposizione più tipica di One Piece: quella tra cinismo e sogni, incarnata da Bellamy. Un episodio azzeccato, semplice e diretto, che caratterizza il problema allo stesso tempo in maniera memorabile. E che introduce persino due main villain come Teach, il sognatore bastardo, e Doflamingo, il cinico bastardo.
    Non dimenticherò mai la loro introduzione dicotomica in questo passaggio: entrambi caratterizzati a pennello con poche frasi, quel "i sogni degli uomini non finiranno mai" che cela chissà quale dubbia intenzione, e quel Doflamingo che rimprovera Bellamy, suggerendogli che non importa che un sogno sia reale oppure no, ma che ciò che importa è sfruttare l'ideologia del nemico a proprio vantaggio. Pochi passi per introdurre il mondo della flotta dei 7 e i suoi problemi, e l'evoluzione dei rapporti di forza, sempre più intricati e complessi e in un universo di cui non si vedono i limiti.
    Per quanto riguarda Ener, egli si pone al di fuori di questi rapporti di potere che riguardano il mare e la terra, e rappresenta un ottimo respiro nella narrazione. Rispetto agli altri villain di OP, lui è uno che non ha un vero motivo per agire. Più tradizionale: conquista perché può conquistare. Sottomette perché può sottomettere. Non conosce il mare e i suoi problemi, vuole solo ergersi al di sopra di tutti. Qui dunque la narrazione è semplice, per quanto poetica: si tratta della ribellione dei sogni di tutti, di quei sogni che si oppongono alle tragedie della storia, contro il dominio, vuoto e insensato, di uno...
    Viene introdotto allo stesso tempo, però, e approfondito, il tema della storia, della guerra per la conservazione della memoria, dei conflitti nati per motivi stupidi e portati avanti per secoli, eppure facilmente superabili, senza un reale fondamento...
    Come si vede, le tematiche si ampliano e vengono approfondite sempre di più.

    Ma il vero capolavoro della grand line è certamemente il doppio arco di W7/EL, i cui nemici sono sì Spandam e Rob Lucci, ma in fin dei conti, il mondo stesso, il Governo Mondiale. Quella zona neutrale che si era intravista, il male dei regnanti, ora sorpassa la semplice neutralità, divenendo una forza effettiva, un potere, e non uno qualsiasi, ma il potere dominante dell'universo stesso del manga: un potere che ha il dominio territoriale del mondo, che può cancellare un'intera isola e la sua gente con una parola, un potere che domina l'ideologia, l'informazione, la conformazione dell'epoca, un potere che domina la storia e la sua conoscenza, un potere contro cui nessuno osa ribellarsi, né può.... il potere del mondo contro la salvezza di una persona. E' questo il tema principale della saga finora più importante e centrale di One Piece, e dove il concetto di "potere" assume un ruolo fondamentale. E i rappresentati di questo potere sono appunto Spandam e Lucci. Due rappresentanti perfetti, direi...
    Il primo, semplicemente vuoto e patetico: rappresenta proprio ciò che diviene il potere quando smette di evolversi e di pensare agli altri, quando non è che la semplice conservazione di se stesso. Spandam pensa solo alla carriera, a un modo per avere successo: non gli interessa cosa è giusto e cosa è sbagliato, non gli interessa dei mezzi utilizzati, di quante persone innocenti dovranno farsi male a causa di questi mezzi: tutto ciò che gli interessa è ottenere obiettivi prefissati come "giusti" per profitto personale.
    Lucci è invece differente: lui non pensa al profitto, né ha interessi personali. E' al contrario fautore di una "spersonalizzazione" nei confronti della giustizia e dei dettami del governo: tutto ciò che detta il governo è legge, ciò che protegge la legge del governo è giustizia, non importa quali mezzi siano necessari per perseguirla: ed ecco la cosiddetta giustizia oscura. Il paradosso di ciò sta nella famosa "autorizzazione ad uccidere" dei membri della cp9, una giustizia che diviene al contempo oppressione della libertà personale, e che, per preservare un ordine mai messo in dubbio, non si fa scrupoli a calpestare e tradire chiunque, colpevole o innocente che sia, e a bollare qualsiasi resistenza come "opposizione al governo". Un potere al cui confronto quelli dei pirati è nulla.
    La saga del governo mondiale pone al centro proprio questo problema: la dicotomia tra la volontà individuale e il controllo sociale, tra la vuotezza e la mancanza di riflessione del potere, e le speranze delle persone. Tutto ciò che nel piccolo era stato proposto in OP ora trova una dimensione colossale: chi è nel giusto, la giustizia crudele dell'ordine, o l'egoismo disinteressato dei sogni? Questa è la vetta più alta toccata da OP.

    Successivamente, sarà altro ad essere approfondito: con Moria abbiamo sì un altro membro della flotta dei 7, ma anni luce lontano da Crocodile per epicità e carisma. Moria servirà come punto di passaggio per il nuovo mare, come esempio di uno sconfitto dai pericoli del nuovo mondo e come introduzione al concetto di imperatore. Tutto ciò che lo domina è la fissazione per l'idea della morte, per l'ideale di superare la morte, per la congiura di un piano segreto svolto meticolosamente per rovesciare quel potere immenso che l'aveva distrutto, attraverso ciò che, non essendo vivo, non può morire... Si tocca con mano la crudeltà del mare che deve ancora venire, la distruzione e l'assenza di speranza nei confronti di coloro che dominano questo mare...
    Un'assenza di speranza che i mugi conosceranno bene di lì a poco con l'introduzione di Kuma e Kizaru. Entrambi rappresentano una grandezza e un potere irraggiungibili, contro cui si infrangono i sogni...

    Ma ciò che più colpisce nella parte finale della grand line, sono certamente i Draghi Celesti. Se prima il concetto di Governo non aveva un volto né un nome precisi, con loro acquista una fisionomia ben definita: un potere che può tutto, senza meritare niente. Sono il paradosso di un'ingiustizia assoluta mascherata da giustizia mondiale, il vizio di un potere corroso da secoli di dominio, che guarda dall'alto in basso e a cui tutto è permesso, la discriminazione come lo schiavismo. Saranno temi importanti, da sempre presenti ma approfonditi in maniera suggestiva, quelli che si ritrovano a Sabaody: il razzismo, la schiavitù, poi la ribellione di Fisher Tiger e i pirati del Sole trattati ad Amazon Lily, un'isola anch'essa dominata da un potere nato dal risentimento giustificato nei confronti dei primi uomini visti da un ragazzina: l'orrore dei draghi celesti. Allo stesso tempo in questo arco scopriamo la concezione del potere che invece anima la volontà della D. di Rufy e Roger: il non voler dominare nulla, il liberare tutto.

    La parte finale della grand line non apporta ulteriori approfondimenti alla concezione di potere ormai già ben definita attraverso molteplici episodi, ma comincia a caratterizzare, invece, lo strapotere del mare che verrà: ci presenta la forza degli imperatori, quella degli uomini della giustizia nelle figure di Magellan e Akainu: l'intrecciarsi di una giustizia assoluta, che deve punire la feccia per prevenire disastri, e il ritorno di un'ideologia al di là del bene e del male, quella di Teach e Doflamingo (di nuovo), che pongono bene e male solo come "parole" prive di significato.
    Ciò che delinea la parte finale della grand line, insomma, è l'intreccio di una guerra di valori, una guerra che si decide nell'ultimo mare, il mare dei grandi, in cui ogni visione dei valori si scontra per decidere chi salirà sul trono del mondo...


    New World
    Per quanto riguarda il New World, il difetto più grande che esso presenta, se così vogliamo chiamarlo, è il fatto che la gran parte dell'universo di OP, e i suoi valori di fondo, siano già stati sviscerati e approfonditi in svariati modi. Per cui, molto spesso, il nuovo mare può risultare "ripetitivo".
    Ne abbiamo subito un assaggio nella prima saga, l'Isola degli uomini pesce, tanto affascinante come ambientazione quanto povera di vere novità nel villain in questione: Hody Jones. E' vero tuttavia che, in quanto a posizione, l'isola non si trova ancora nel Nuovo Mondo, ed è invece il punto di passaggio necessario, il legame tra il vecchio e il nuovo.
    Vero anche che l'approfondimento rende giustizia a tutto quanto successo prima, dalla voglia di rivalsa e dominio di Arlong alla discriminazione di Sabaody, alla formazione dei pirati del Sole, trattando con delicatezza e anche con una certa poesia il tema dell'emarginazione, dell'odio, della vendetta, e di come queste cose possano influenzare una società fino a farla autodistruggere, e di come, allo stesso tempo, la soluzione sia la più semplice: basta avere un po' di coraggio, la strada verso il sole non è tanto lontana.
    Ecco, Hody Jones rappresenta proprio questo problema: l'incapacità di superare il proprio odio, un odio vuoto causato dalla storia e dall'ambiente sociale, un villain vuoto che tuttavia rispecchia fedelmente il problema.
    Tuttavia, intrecciate in questa prima saga, ci sono altre due questini importanti che vengono portate alla luce, e cominciano a delineare i rapporti di potere del NW: in primo luogo la questione territoriale, la dinamica di agganci e di dominio del mare soggiogato dagli imperatori, subito messo in luce dai ricatti della viziata BM; in secondo luogo la questione di Poseidon e della storia antica, oltre che quella della D. e della promessa da mantenere.
    Queste due questioni convergeranno pian piano, nello sviluppo della trama del NW, in una sola: la corsa verso Raftel.
    E' Otohime stessa a dirci che la forza di Poseidon può essere gestita solo da una persona speciale che apparirà nel corso della storia, e che guiderà questa forza. La promessa di Joy Boy sembra portare nella stessa direzione, così come l'uguaglianza di Rufy e Roger nel percepire la voce dei re del mare, che dovrebbe essere una prerogativa di Poseidon. Nell'arco del NW, questo concetto viene approfondito ancora di più con Zunisha: solo i Kozuki dovrebbero essere in grado di percepire la sua voce, cosa che fanno invece anche Roger e Rufy... La questione del sentire tutte le voci dell'universo viene pian piano sviluppata, e porta ad una opposizione netta nei confronti dei centri di potere del NW, impersonati da Big Mom e Kaido.
    La struttura della trattazione del potere del NW è questa: grossi centri di potere che monopolizzano territori e informazioni, cercando mezzi per decifrare strumenti antichi al di fuori della loro portata. E abbiamo qui i legami di sangue di BM, che schiavizza e annienta popolazioni per suoi capricci, accoppiandosi con le varie razze per far ereditare ai figli le più disparate capacità, e la conquista di Kaido, che invece va direttamente al punto cercando di carpire il segreto di fabbricazione dei pg stessi, e che sottomette tutto attraverso la forza.
    Tutto ciò, però, è ancora soltanto introdotto. C'è un altro concetto che viene in primo piano mentre questi pian piano vengono approfonditi: ed è la posizione dell'underworld. Esiste infatti, nel NW, un sistema di controllo sotterraneo, che si muove indipendentemente dai centri di potere, eppure ne è collegato, e a cui tutti sembrano attingere. Sistema che in realtà, sotterraneamente, tira le fila di molti regni, come dimostrano i traffici di armi.
    E al centro di questo sistema ci sono i due nemici delle due prime saghe del NW: Caesar Clown e Donquijote Doflamingo.
    Se il primo è caratterizzato come un pagliaccio che cerca protezione e si affida ai più potenti per poter continuare i suoi esperimenti in pace, senza il freno della morale e creando le più diaboliche armi solo per interesse personale nel superare l'antico rivale (distruggendo interi popoli tramite i suoi clienti), il secondo, che c'è dietro la vendita dei suoi prodotti, e che si assicura il monopolio del commercio dei pezzi più pregiati del mercato nero, è certamente il villain più a lungo caratterizzato. Eppure anche con lui, in fondo, non ci sono sostanziali novità, rispetto a quanto Oda ha già affrontato nella grand line...
    Sì perché approcciandoci a Doflamingo conosciamo già la sua ideologia, il suo cinismo, la sua abilità nello sfruttare l'ideologia altrui a proprio vantaggio. Così come abbiamo già affrontato il tema della conquista di un regno, di una guerra civile all'interno dello stesso regno e dei problemi che la flotta dei 7 comporta. Insomma, l'universo dei valori di OP, e la sua delineazione del potere, è già completo... Ciò che Doflamingo aggiunge, una volta trattato a fondo, è una versione in piccolo dell'ideologia del governo, con una nazione sfavillante in superficie e sofferente nell'ombra, con la spietatezza del mondo e del destino viste nel suo flashback, dipinto di un mondo senza pietà che trasforma un ragazzino viziato (ritorna il tema dell'ambiente nella formazione del risentimento infantile) in un mostro che vuole distruggere il mondo. La follia di Doflamingo è quella del mondo e della sua storia, dipinta perfettamente dal suo sorriso sadico e privo di scrupoli: è il risultato ultimo dei rapporti di potere di un mondo corrotto, dove un ragazzo a cui è stato insegnato di essere Dio, una volta privato della sua divinità, considera tutto senza scopo e privo di senso, se non può tirare lui, da solo, i fili del destino. E tutto nelle sue mani diventa un mezzo per far saltare i meccanismi del mondo, senza che questo porti a nulla di positivo, se non la sua vendetta e il suo vuoto potere...
    Il tutto, naturalmente incastonato all'interno dei rapporti millenari tra gli dei e la loro nemesi, sull'orlo di una rivelazione fondamentale come il tesoro di Marijoa e all'ombra dei rapporti di potere del NW e degli imperatori. Quando crolla Doflamingo si ha come l'impressione che crolli un'epoca, che un tappo venga tolto dai mari, che la marea prenda improvvisamente quota e che grandi cambiamenti siano dietro l'angolo...
    Questo è il clima che si respira con il potere del NW: un clima senza grosse novità ideologiche, già tutte sviscerate ampiamente, ma con l'approfondimento lento e puntiglioso di tutti questi vari punti, nell'ambito di una guerra di "pazzi" la cui articolazione viene svelata per gradi, e la cui forma sostiene i rapporti tra le potenze del mondo intero. Equilibrio precario e in via di definizione, nella mani di molte solitudini diverse...
    C'è ancora molto da svelare, ad esempio la riorganizzazione dei ranghi governativi e dei servizi segreti, la nuova potenza della marina, le mosse dei rivoluzionari, il destino dei regni in mano all'underworld e la struttura interna di questa rete sotterranea, il fulcro del potere di ogni imperatore e le loro relazioni, ma l'impostazione è quella di una lotta al potere tra potenze eterogenee ed enormi, ognuna con la propria ideologia e la propria follia, mentre, nel frattempo, il vento della novità si fa sempre più forte, in questa corsa alla scoperta della storia...

    Dunque, riassumendo, il New World da questo punto di vista somiglia più all'east blue: abbiamo infatti una serie di soggetti singoli diversi per ideologia e obiettivi, ognuno con fisse particolari e diverse concezioni del potere e modi di attuarlo, ma la differenza è che tutto questo si svolge su un palcoscenico mondiale, con intrecci stretti e relazioni pesanti con quanto è stato rivelato, sulla storia e sul potere, nel corso della grand line...
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    25.000.000 di berry

    Group
    Mugiwara™
    Posts
    8,394
    Reputation
    +2,062
    Location
    italia

    Status
    Offline
    Bel capolavoro Dragon, hai scritto cose molto giuste. :)
     
    .
20 replies since 12/3/2017, 17:10   450 views
  Share  
.