IL SALOTTO (DELL'AMICHEVOLE GING DI QUARTIERE)

Discussione generale

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    CITAZIONE (Juan1 @ 15/9/2018, 17:21) 
    Un mondo senza moneta sarà possibile un giorno?
    Basterebbe questo per far scomparire il 90% dei reati e dei problemi dell'umanità :coffee:

    Senza moneta o senza valuta ?...perché sono 2 cose diverse....per come la vedo io molti dei reati spariranno o saranno resi più rintracciabili dall'introduzione di criptovalute P2P...o con tecnologia Blockchain...se togli la moneta non risolvi il problema dell'inquinamento o dello sovrasfruttamento delle risorse...quindi che il 90% delle piaghe umane svaniscono la vedo come una previsione molto ottimistica....per come la vedo serve un nuovo modo di utilizzo del denaro e sopratutto una nuova gestione delle transazioni finanziarie...( questo verrà semplificato dal passaggio alle cripto tra molti anni...)...
     
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    CITAZIONE (Alexel. @ 15/9/2018, 11:36) 
    Bene, é quindi sufficiente per rompere il ghiaccio
    405E75E0-98CD-48AE-A85A-FE8D4C6B2D0F
    :grin:

    Ora, dato che abbiamo rotto il ghiaccio, io ho una domanda seria, che può sembrare troll ma non lo è, forse un pelo superficiale.

    Stamane, mi sono imbattuto in video dove documentavano la crisi italiana in relazione ai giovani.
    La domanda giornalistica spiccia era sempre la stessa: è vero che secondo voi i giovani non hanno voglia di lavorare?
    Ora, senza cadere in tranelli come fare di tutta l’erba un fascio, la mia domanda é: il paese italiano secondo voi è davvero il riflesso di quello che si può definire “fannullismo” giovanile?

    Secondo me il problema parte dal sistema scolastico da dove praticamente dovrebbe iniziare la "selezione" su chi merita e ne ha le capacità.
    ora farò un esempio reale che esiste, della mia classe di un istituto tecnico, su 20 alunni circa solo 5 hanno proseguito con la strada universitaria, di questi 5, tre avevano le capacità per poter andare avanti, i restanti due sono solo dei bravissimi copiatori o miracolati che vanno all'università perchè hanno i genitori con i big money.
    il secondo esempio che porto è proprio avvenuto di recente, cena in ricordo di un amico defunto, rimpatriata con vecchi compagni e vengo a sapere che un nostro amico che fa l'università, vuole andare per un anno in australia a farsi un esperienza lavorativa ed alla nostra domanda " hai mai lavorato? "
    SUA RISPOSTA " ho lavorato 10 giorni una fabbrica " solo questo dimostra l'abisso che esiste tra il mondo del lavoro e scuola in generale.
     
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    CITAZIONE (Darth Allegri @ 17/9/2018, 18:53) 
    CITAZIONE (Alexel. @ 15/9/2018, 11:36) 
    Bene, é quindi sufficiente per rompere il ghiaccio
    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/fc10344525/...8D4C6B2D0F.jpeg)
    :grin:

    Ora, dato che abbiamo rotto il ghiaccio, io ho una domanda seria, che può sembrare troll ma non lo è, forse un pelo superficiale.

    Stamane, mi sono imbattuto in video dove documentavano la crisi italiana in relazione ai giovani.
    La domanda giornalistica spiccia era sempre la stessa: è vero che secondo voi i giovani non hanno voglia di lavorare?
    Ora, senza cadere in tranelli come fare di tutta l’erba un fascio, la mia domanda é: il paese italiano secondo voi è davvero il riflesso di quello che si può definire “fannullismo” giovanile?

    Secondo me il problema parte dal sistema scolastico da dove praticamente dovrebbe iniziare la "selezione" su chi merita e ne ha le capacità.
    ora farò un esempio reale che esiste, della mia classe di un istituto tecnico, su 20 alunni circa solo 5 hanno proseguito con la strada universitaria, di questi 5, tre avevano le capacità per poter andare avanti, i restanti due sono solo dei bravissimi copiatori o miracolati che vanno all'università perchè hanno i genitori con i big money.
    il secondo esempio che porto è proprio avvenuto di recente, cena in ricordo di un amico defunto, rimpatriata con vecchi compagni e vengo a sapere che un nostro amico che fa l'università, vuole andare per un anno in australia a farsi un esperienza lavorativa ed alla nostra domanda " hai mai lavorato? "
    SUA RISPOSTA " ho lavorato 10 giorni una fabbrica " solo questo dimostra l'abisso che esiste tra il mondo del lavoro e scuola in generale.

    Capisco e proprio per questo è stata attivata la cosiddetta alternanza scuola-lavoro che però non sta dando i risultati sperati... :asd: , per quanto riguarda la selezione preventiva tu cosa vorresti attuare ?....ti ricordo che in molte facoltà di certe università italiane il voto di maturità si associa al risultato del test d'ingresso per l'accesso ai corsi....Es Medicina a Padova , ed Economia a Padova...ma anche psicologia...mi vengono in mente poi i corsi della Bocconi... :mmm:..la cosa che si può fare è porre un limite agli anni fuori corso...puoi impiegare massimo il 150/ 200 % in più del tempo legale stabilito per laurearti , ma ti posso assicurare che in certe facoltà questo è impraticabile...perché sono davvero difficili.... :osd: ...e spero di cavarmela bene prossimamente... :)

    P.s il tuo amico vuole usufruire del Working Holiday Visa...che il governo australiano mette a disposizione dei giovani tra i 18 e 30 anni...
     
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    Ma io metterei proprio un numero x per ogni facoltà, penso che come minimo il 50% degli universitari sono dei bamboccioni proprio perché per loro l'università è solo una scusa per fare festa e basta.
    Se fosse a numero chiuso, ad esempio invece di dover mantenere noi tutti contribuenti 500 mila universitari di cui molti manco sanno d'essere al mondo, si potrebbe benissimo avere 100k di universitari e offrire a loro l'università gratuitamente e con borse di studio più consistenti oltre a maggiori investimenti in università e ricerca e minor spesa e spreco per il contribuente.
     
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    Franz, secondo me è davvero un discorso troppo grande per essere generalizzato...
    secondo me, in primis, avere le capacità e avere voglia sono due cose diverse ed entrambi meritano un’opportunità, altrimenti torniamo nel medioevo...poi concordo con te, ci dovrebbero essere delle barriere all’entrata, ma Imho quelle ci sono già.
    Io sono della convinzione che nelle realtà odierne poco conta il voto, l’importante è che ci sai fare e mostri di voler fare
     
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    CITAZIONE (Alexel. @ 17/9/2018, 20:48) 
    Franz, secondo me è davvero un discorso troppo grande per essere generalizzato...
    secondo me, in primis, avere le capacità e avere voglia sono due cose diverse ed entrambi meritano un’opportunità, altrimenti torniamo nel medioevo...poi concordo con te, ci dovrebbero essere delle barriere all’entrata, ma Imho quelle ci sono già.
    Io sono della convinzione che nelle realtà odierne poco conta il voto, l’importante è che ci sai fare e mostri di voler fare

    Ci sono delle barriere ma che non bastano, quante facoltà sono a numero chiuso? Pochissime.
     
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    Condivido il discorso di Franz quasi in toto.
    Ma le "barriere" non le porrei all'entrata, bensì durante il percorso formativo limitando il numero di volte in cui si può dare un esame, come fanno in Germania. Da noi i tentativi sono infiniti, in Germania puoi ridare un esame solo 2 volte oltre la prima, se alla terza vieni bocciato, ti fanno ciao ciao.
     
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    Le persone non sono tutte uguali, non sono macchine e non hanno la vita perfetta in cui possono alternare tranquillamente studio e vita, possono scoprire nuove cose su stessi nel tempo e soprattutto tra superiori e università c'è una differenza enorme.
    E poi le tasse già aumentano per chi "perde tempo"
     
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    CITAZIONE (Alexel. @ 15/9/2018, 11:36) 
    Bene, é quindi sufficiente per rompere il ghiaccio
    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/fc10344525/...8D4C6B2D0F.jpeg)
    :grin:

    Ora, dato che abbiamo rotto il ghiaccio, io ho una domanda seria, che può sembrare troll ma non lo è, forse un pelo superficiale.

    Stamane, mi sono imbattuto in video dove documentavano la crisi italiana in relazione ai giovani.
    La domanda giornalistica spiccia era sempre la stessa: è vero che secondo voi i giovani non hanno voglia di lavorare?
    Ora, senza cadere in tranelli come fare di tutta l’erba un fascio, la mia domanda é: il paese italiano secondo voi è davvero il riflesso di quello che si può definire “fannullismo” giovanile?

    Ora vorrei rispondere meglio alla tua domanda di partenza caro Alexel.
    Allora l'argomento non è così scontato...
    Intanto bisogna dire che la scuola oggigiorno non avvicina gli studenti al mondo del lavoro e non riesce a trasmettere loro la volontà di autogestirsi. Molti ragazzi non si preoccupano di gravare sulle proprie famiglie, questo è un grosso problema. Si sta diffondendo un clima di apatia generale. La scuola dovrebbe imparare a comunicare coi giovani nella maniera opportuna, non si può pensare di insegnare con le videocassette ad una generazione nata con gli smartphone. Non riuscendo a trovare punti in comune ciò che l'istituzione cerca di trasmettere, va perso.
    In più per paura di offendere gli studenti non si cerca di indirizzarli verso ciò che meglio si confà loro.
    La selezione non dovrebbe essere presa come un'offesa a livello di studio.
    In più l'alternanza scuola-lavoro andrebbe fatta seriamente e in più campi, sono pochi gli istituti superiori che la offrono.
    In più gli stage universitari e di scuola superiore dovrebbero garantire un contratto di lavoro al completamento degli studi in base al merito, questo spingerebbe ad impegnarsi maggiormente.
    Quindi definire questa generazione come fannullona non mi sembra corretto, si è creato un circolo vizioso che andrebbe interrotto.
     
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    Bene bene la discussione incomincia a farsi interessante...ora tocca all'amichevole Ging dare il suo punto di vista...( soggettivo ovviamente.. ;) )...Allora cerco di rispondere alla " domanda " di Giada...è vero che in Germania ed anche in U.K , non si può ripetere un esame più di 2 volte, ma la composizione degli stessi è/ differisce notevolmente..rispetto agli equivalenti italiani...Da noi devi studiare il manuale e di solito affrontare un unico esame scritto a volte affiancato da un orale...In terra tedesca ogni esame è composto da 3 parti , Klausur ( parte scritta ), Prüfung ( parte orale meno complicata rispetto a certi orali italiani in cui ti chiedono di tutto....) e Hausarbeit ovvero una tesina scritta che devi prepaprati a casa su un argomento dell'esame che ti ha particolarmente interessato...in aggiunta a tutto questo su certi corsi a frequenza obbligatoria vengono contati nel punteggio dell'esame anche i Referat..ovvero dei lavori di gruppo.....Se ti va male una di queste prove puoi comunque rifatti con le altre 2 e così .Si limita di molto il rischio di bocciatura , rispetto all'Italia dove ti giochi tutto in un unica prova ed in molti casi , come succede a Padova nella facoltà di Medicina , i docenti per mantenere alto il prestigio della scuola , bocciano per inezie.... :osd: .....Per quanto riguarda la seleione i test d'ingresso a molte università in particolare Padova e Bologna , sono presenti in buona parte dei corsi anche ingegneria e chimica ( a Padova ) per non parlare di psicologia ed altre....quindi c'è selezione , quello che si può fare come ho detto è mettere un massimo tempo di laurea variabile sulla base della difficoltà del corso...poi c'è la questione dell'alternanza scuola -lavoro...beh quello è un problema del sistema scolastico italiano non degli studenti e molte aziende non sono disaonibili a fare formazione...non ti dico Giada quante volte mia madre( lei è dirigente a confindustria e si occupa di industry 4.0 e formazione ). , entri in conflitto con imprenditori che si dimostrano contenti degli stagisti all'inizio del percorso ( facendoli lavorare 9 ore al giorno a 500/600 euro al mese )....e poi li mandano via alla fine del contratto senza assunzione ( nonostante avessero fatto un patto morale )...con la solita scusa " costano troppo in rapporto alla qualità " e poi magari dopo questo gliene chiedono altri di stagisti da sottopagare....Lei quindi si trova spesso a "litigare" tra docenti che si lamentano che i loro studenti non vengano assunti ,nonostante la qualità e imprenditori vogliono quella a basso costo.... <_<

    Edited by GingFreecss96 - 18/9/2018, 09:38
     
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    Guarda Giada, sono pienamente d’accordo con te (a parte per il fatto che hai asserito al fatto che trovassi la domanda “scontata”, :asd: ma bensì la trovo superficiale, personalmente, per un ovvio motivo: chi pensa che sia vero, ha un modo di vedere le cose, secondo me, abbastanza superficiale, I mean no offense.)
    Il problema è PROPRIO la struttura della scuola italiana, e mi vorrei soffermare su una frase ben specifica:
    CITAZIONE
    Molti ragazzi non si preoccupano di gravare sulle proprie famiglie

    Non potrei che darti ragione, ma talvolta non è affatto lo studente il problema, ma la struttura della scuola ITALIANA!

    Io lavoro da quando avevo 17 anni, appena compiuti. Ora inizio Il mio quarto anno di università, e sono inevitabilmente fuori corso. Le tasse universitarie (che non sono proprio cheap... paragonate ai servizi offerti), la macchina, i trasporti, la benzina... non è possibile per me studiare e non lavorare, ma con una struttura del genere, fare entrambi diventa davvero logorante, te lo posso assicurare.
    Ad ottobre cercherò un lavoro nel mio ambito, part time, da laureando, per accumulare esperienza, perché la mia università prevede solo 3 mesi di tirocinio, il quale risulta ASSOLUTAMENTE sconveniente da fare in una azienda esterna (la tesi e il progetto te le devi gestire da solo, senza contare che nel tirocinio ti limiti a fare un progetto per l’esposizione della tesi..) in pratica guadagni esperienza pari a zero.

    Poi non voglio dilungarmi nel merito, ma ci sono università e università.
    La mia è difficile, ma di sicuro non salvo vite. Voglio vedere un ragazzo che studia medicina, col nostro sistema scolastico (orari orizzontali, sparpagliati per la settimana) a trovarsi anche un lavoro...

    Detto questo, per rispondere alle barriere in entrata, vi posso assicurare che esistono già, e te ne accorgi una volta che sei dentro: magari é solo la mia esperienza, ma qua in Italia sei relativamente “abbandonato a te stesso”, e ti demotiva assai. Come dice il buon Ging, ogni sistema è in proporzione, se avessimo un sistema del genere qui in Italia, sarebbero davvero pochi i laureati in Italia!
     
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    Ti posso dire che frequentare medicina da studente / lavoratore è quasi impossibile...se poi studi in scuole prestigiose come Padova, Milano e Bologna ( non che le altre siano inferiori.... :pis: ) le cose si complicano maggiormente....e il sistema universitario non aiuta , perché la rigidità del sistema di valutazione e organizzazione delle lezioni è pressante...per non parlare di alcuni docenti.... :asd:
    Per come la vedo io la soluzione sono le lauree profesionalizzanti ed un sistema universitario alla Giapponese , applicato anche in Olanda , dove esistono università tecnico applicate che offrono corsi di laurea applicativi
    ..ed università di tipo classico con percorsi più lunghi per studenti che presentano maggiore propensione allo studio....nel mercato del lavoro futuro moltissime professioni dovranno avere delle skills informatiche e linguistiche che la scuola italiana non riesce a garantire, come la conoscenza dell'inglese ....oggi è molto difficile che uno studente esca da scuola e vada a lavorare ....
     
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    No, ging dipende dalle zone, nella scuola che ho fatto io, un 80% dei diplomati trovava lavoro appena uscito da scuola, il restante 20% va in università anche se ultimamente come qualità anche la scuola in cui mi sono diplomato dicono che sia calata moltissimo.
    Alexel. io ho iniziato a 11 anni nell'azienda di mio padre, salturiamente ma sempre 11 erano.
    A 14 anni andavo con un amico a potare la vigna di suo zio dopo scuola :osd:
    Potevo fare l'università dove cazzo volevo, ma il mondo scolastico mi faceva talmente schifo che ho rinunciato.
     
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    CITAZIONE (Darth Allegri @ 18/9/2018, 09:13) 
    No, ging dipende dalle zone, nella scuola che ho fatto io, un 80% dei diplomati trovava lavoro appena uscito da scuola, il restante 20% va in università anche se ultimamente come qualità anche la scuola in cui mi sono diplomato dicono che sia calata moltissimo.
    Alexel. io ho iniziato a 11 anni nell'azienda di mio padre, salturiamente ma sempre 11 erano.
    A 14 anni andavo con un amico a potare la vigna di suo zio dopo scuola :osd:
    Potevo fare l'università dove cazzo volevo, ma il mondo scolastico mi faceva talmente schifo che ho rinunciato.

    Franz tu abiti in Veneto come me , nell' alto Veneziano/ trevigiano che è una zona altamente industrializzata e "ricca " di lavoro....Non è così in tutta Italia...anzi solo nella nostra regione , Lombardia e Emilia ( non Romagna )....e nel Trentino ( per quanto i lavori siano regionali ...)...nella altre regioni e mi riferisco al Sud Italia..dove guarda caso c'è stato l'aumento maggiore di iscritti All'Uni e conseguentemente la maggior percentuale di fuori corso..., non c'è un mercato del lavoro così ampio...

    P.s non so come sia la situazione nelle tue parti , ma a Padova il numero di diplomati da istituti tecnici ( escluso quello informatico e quello agrario ....) ha subito un calo di assunzioni notevole....mi ricordo che all'I.T.I.S Severi ( è una scuola molto selettiva )...erano chiamati dalle aziende già all'inizio dell'ultimo anno...ma ora oltre il 50% di loro frequentano l'uni , un mio amico ha fatto la stessa cosa... :osd:
     
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    Alexel l'ho definito circolo vizioso proprio per quello.
    Io ho dovuto interrompere l'università proprio per i costi...per un nonnulla ho avuto dei problemi ad ottenere la borsa di studio, mancavano dei documenti, il merito evidentemente non bastava, e mi sono ritrovata pendolare a sostenere costi troppo ingenti. Con le ore che mi occupava la frequentazione non riuscivo nemmeno a trovare un lavoro che si incastrasse. Mi sono ritirata quindi,e sono tornata a lavoro e basta. Quando sarò riuscita a mettermi via qualcosa riprenderò gli studi. Quindi capisco l'andare fuori corso nel tuo caso. Semplicemente se non ci fossero certe pecche, tu non avresti bisogno di lavorare, ti dovrebbe dare la giusta assistenza lo stato in quanto studente.
     
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